Le borse europee chiudono deboli al termine di una seduta altalenante. Digerito l'impatto del tonfo di Tokyo, le buone trimestrali diffuse da alcune grandi aziende e i dati sul Pil Usa, cresciuto in linea con le attese, non hanno riportato però troppo ottimismo sui mercati, come dimostra l'andamento incerto di Wall Street.
Chiudono poco sotto la parità il FTSE 100 di Londra a 5675,16 punti (-0,05%), il CAC 40 di Parigi a 3833,5 punti (-0,03%) e il DAX di Francoforte lo 0,09% a 6601,37 punti. Tra le altre piazze Amsterdam registra un calo dello 0,26% a 337,23 punti, mentre Zurigo cede lo 0,15% a 6475,27 punti.
L'euro chiude sui livelli dell'apertura a 1,3897 dollari. Continua invece la corsa dello yen, che sale a quota 80,56 sul dollaro e a 112,02 sull'euro.
Il buon rialzo della vigilia ha lasciato il posto ad alcune prese di beneficio sul mercato azionario domestico che quest’oggi ha mostrato minore froza relativa rispetto gli altri colleghi europei. Gli indici hanno avviato gli scambi già in calo, appesantiti soprattutto dal settore bancario e dal netto ribasso registrato questa mattinata da Tokyo. nel primo pomeriggio è partito un recupero che è stato successivamente favorito dall’andamento di Wall Street, malgrado le delusioni arrivate dal fronte macro.
Dopo aver tentato di riconquistare la parità, i listini si sono comunque fermati poco sotto di essa e così il Ftse Mib è sceso dello 0,27% a 21.450 punti, mentre l’All-Share ha ceduto lo 0,18% a 22.048 punti. In calo dello 0,11% il Mid Cap, mentre lo Star si è mosso in controtendenza con un rialzo dello 0,33%.
Sotto pressione l’intero settore bancario dopo che ieri il ministro Tremonti ha ventilato la possibilità di una tassazione addizionale sulle attività speculative delle banche che quest’oggi sono finite sotto la lente del Credit Suisse.
Ad avere la peggio sono state Ubi Banca e Intesa Sanpaolo che hanno accusato un ribasso rispettivamente del 2,88% e del 2,32%, seguite da Unicredit che è sceso dell‘1,32%. Male anche Banco Popolare e Mediobanca, in rosso dell‘1,02% e dell’1%, mentre Banca Popolare di Milano e Monte Paschi si sono difesi meglio, cedendo rispettivamente lo 0,44% e lo 0,29%.
Male CIR che ha ceduto l‘1,09% dopo aver chiuso i primi nove mesi dell’anno con un utile netto più che dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2009. In rosso dello 0,85% Prysmian, malgrado Hsbc lo abbia inserito nella sua lista dei titoli preferiti, con un prezzo obiettivo a 17 euro.
Segno meno per il settore cemento con Buzzi Unicem e Italcementi che sono calati dello 0,78% e dello 0,74%, mentre Impregilo è salito dello 0,55%.
Gran denaro su Fondiaria-Sai che è stata sospesa per buona parte della seduta e una volta ammessa agli scambi ha segnato un rally del 5,89% dopo l’annuncio relativo all’ingresso di Groupama in Premafin.
Ancora shopping per Mediaset che dopo il rally di ieri è salito dell‘1,53%, e ha guadagnato posizioni Fiat che si è apprezzato dello 0,91%, sulla scia delle indicazioni positive di Goldman Sachs che lo ha confermato nella sua conviction buy list, alzando il prezzo obiettivo a 21 euro.
Spunti positivi tra le utilities con Terna e Snam Rete Gas in ascesa dell‘1,94% e dello 0,91%, seguiti a distanza da Atlantia che ha guadagnato quasi mezzo punto, al pari di Enel che è salito dello 0,55%, mentre è rimasto più indietro A2A con un rialzo più contenuto dello 0,17%.
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