Debole la chiusura delle principali Borse europee, che seguono l'andamento negativo di Wall Street. Gli investitori tirano il fiato dopo i massimi di sei mesi toccati venerdì scorso.
L'indice FTSE 100 di Londra perde lo 0,43% a quota 5.849,96 punti, il CAC 40 di Parigi lascia sul terreno lo 0,08% a 3.913,70 punti e il DAX 30 di Francoforte segna un -0,05% 6.750,50 punti.
Tra le altre piazze piazze, Madrid perde oltre l'1% a 10.291,8 punti. Limature anche per Bruxelles -0,10% a 2.683,42 punti. Termina poco sopra la parità invece Zurigo con un timido progresso dello 0,15% a 6.597,36 punti.
Il FTSE-MIB Mib ha terminato a +0,16%, il Ftse Italia All-Share a -0,01%, il Ftse Italia Mid Cap a -0,84%, il Ftse Italia Star a -0,62%. Prosegue il rally di Tenaris (+2,7%) grazie agli ottimi dati trimestrali rilasciati alla fine della scorsa settimana. Il titolo ha superato le importanti resistenze di area 16 euro, circostanza che sembra in grado di anticipare un'estensione verso il massimo di inizio anno a 17,55. Bancari in recupero dopo l'affondo di venerdì. La migliore è stata Intesa Sanpaolo (2%) alla vigilia della pubblicazione dei dati trimestrali. Intanto la controllata Banca IMI, operativa nell'investment banking, ha archiviato i primi nove mesi dell'anno con utili in crescita del 2,8% a/a a 421,6 milioni di euro. Bene anche BP Milano (+1,3%) che prova ad allontanarsi dal fondamentale supporto a 3,10 euro circa cui si e' pericolosamente avvicinata nelle ultime settimane. Il d.g. Fiorenzo Dalu ha dichiarato a Corriere Economia che l'istituto meneghino non sta pensando a un aumento di capitale e che non ha problemi a livello di coefficienti patrimoniali. Bene Exor (+0,9%), invariata Fiat. La perdita netta di Chrysler nel terzo trimestre e' scesa a 84 milioni di dollari dai 172 nel secondo, con ricavi in crescita del 5,2% t/t. Alla luce di questi dati L'azienda americana ha alzato i target per l'esercizio 2010. Andamenti divergenti per Premafin (+1,1%) e la controllata Fondiaria-Sai (-1,1%). La prima ha guadagnato terreno, anche se ha chiuso lontana dai massimi intraday, su indiscrezioni di stampa in base alle quali le banche avrebbero sostanzialmente approvato il riscadenziamento di debiti per 320 milioni di euro a carico del gruppo Ligresti. Il piano prevedrebbe il congelamento del pagamento degli interessi fino a fine 2011 a fronte di un incremento dal 60% al 100% delle azioni Fondiaria-Sai detenute da Premafin in pegno agli istituti di credito. Giornata negativa per i titoli del settore cemento. Italcementi (-3,5%) ha archiviato il terzo trimestre con ricavi in calo del 4% a/a e profitti pressochè dimezzati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Scarsa la visibilità sui risultati nei prossimi mesi. Male anche Buzzi Unicem (-1,2%): la controllata tedesca Dyckerhoff nei primi nove mesi dell'anno ha realizzato ricavi in linea con il 2009 ma profitti in flessione da 96 a 50 milioni di euro. Buzzi Unicem rilascerà i dati trimestrali giovedì prossimo. Pirelli&C (-2,1%) perde terreno e scivola sotto i primi supporti significativi, quelli posizionati sui 6,05 euro circa. Le quotazioni rischiano ora di scendere verso area 5,90, limite al di sotto del quale si creerebbero spazi di discesa più ampi con target a 5,70 almeno. Per il momento la flessione non intacca minimamente la solidità del trend ascendente di fondo e l'eventuale superamento di 6,25 proietterebbe i prezzi all'attacco di 6,4050, top di fine ottobre nonchè valore massimo da quasi tre anni. Mediaset in flessione (-1,7%). Il titolo ha messo sotto pressione l'ex resistenza a 5,2250 euro esponendosi al rischio di un'inversione del rally partito due settimane fa, ipotesi che verrebbe confermata in caso di violazione del supporto a 5,12 con successivo affondo sui 4,97. Mediaset sembra soffrire a causa delle incertezze che gravano sul destino del governo. Crolla Landi Renzo (-6,6%) penalizzata dalla discesa della partecipazione di UBS dal 2,156% all'1,991% ma soprattutto dal taglio degli incentivi all'acquisto di auto a GPL in Francia a partire da inizio 2011. La società è leader nella produzione di impianti di alimentazione a gas per autoveicoli.
L'euro registra un calo poco sopra quota 1,39 dollari dopo aver oscillato tra un minimo di 1,3889 e un massimo di 1,4084. La moneta unica è scambiata sul finale a 1,3902 dollari e a 112,84 yen. A penalizzare la divisa unica sono i rinnovati timori sulla tenuta finanziaria dei Paesi europei, e in particolare dell'Irlanda.
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