mercoledì 10 novembre 2010

Le Borse europee chiudono in rosso. Male Piazza Affari.

Il DAX di Francoforte ha terminato a -1%, il CAC 40 di Parigi a -1,45%, il FTSE 100 di Londra a -0,99%. In netto ribasso Natixis (-12,2%), Credit Agricole (-4,6%), Kazakhmys (-3,8%), Infineon (-3,7%). In controtendenza Henkel (+9,8%), Veolia Environnement (+3,6%), Bae Systems (+3,4%).

Chiusura in forte calo per il mercato azionario domestico che dopo aver cercato di contenere le perdite nella parte iniziale della seduta, ha accelerato progressivamente al ribasso. La flessione è stata alimentata soprattutto dalla pesante intonazione del settore bancario e dalle indicazioni negative arrivate nel pomeriggio da Wall Street malgrado i dati macro positivi diffusi prima dell’avvio degli scambi sull’opposta sponda dell’Atlantico.
Dopo aver messo a segno la migliore performance in Europa ieri, quest’oggi Piazza Affari ha mostrato maggiore debolezza relativa.
A fine giornata il FTSE-MIB si è fermato a 2.058 punti con un ribasso del 2,41%, mentre l’All-Share è sceso del 2,15% a 21.671 punti. Segno meno anche per il Mid Cap e lo Star che sono calati rispettivamente dell‘1,01% e dello 0,87%.
In positivo solo Finmeccanica che ha guadagnato lo 0,83%, sulla scia delle ultime commesse aggiudicate dal gruppo.
Si è fermato poco sotto la parità Autogrill che ha ceduto lo 0,36%, limitando le perdite grazie ai risultati trimestrali migliori delle attese.
L’inversione di rotta dei prezzi del greggio, tornati a salire dopo la diffusione del report sulle scorte Usa non ha permesso ai titoli del settore oil di evitare il segno meno. Eni e Saipem hanno ceduto rispettivamente l‘1,08% e l‘1,23%, mentre Tenari ha ceduto l‘1,38%.
Prese di profitto per Fiat che è riuscito a difendere la soglia dei 13 euro, con un calo dell‘1,28%, mentre Exor è indietreggiato del 2,08%.
In flessione del 2,02% STM dopo il buon rialzo della vigilia, mentre Telecom Italia ha riportato un calo dell‘1,54%, avvicinandosi sempre più a quota 1 euro.
Pesante affondo per Mediaset che ha lasciato sul parterre il 6,47% dopo aver presentato risultati di qualità inferiore alle attese.
Sotto scacco le banche alla vigilia del G20 in occasione del quale secondo le indiscrezioni del Financial Times si discuterà di un sistema a doppia lista sugli istituti a rischio sistemico.
Intesa Sanpaolo ha accusato un ribasso del 5,22%, dopo che Natixis, Bank of America ed S&P hanno abbassato la valutazione del titolo.
Male Banca Popolare di Milano che ha ceduto il 4,62% all’indomani dei conti dei primi nove mesi dell’anno. Vendite cospicue su Unicredit che è sceso del 4,61% penalizzato da risultati trimestrali inferiori alle stime e non è andata tanto meglio a Ubi banca con un rosso del 3,87%, nè a Banco Popolare e a Mediobanca che si sono deprezzati del 3,17% e del 3,07%. Si è difesa un po’ meglio Banca Monte Paschi che ha chiuso in flessione del 2,23%,

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