Grazie al dato sulle vendite al dettaglio statunitensi di ottobre, salite dell’1,2% rispetto alla precedente rilevazione, i listini europei si lasciano alle spalle le tensioni legate alla tenuta delle economie periferiche e chiudono tutti con il segno più. Il Dax ha terminato in rialzo dello 0,82% portandosi a 6790,2 punti, +0,86% a Parigi per il Cac40 a 3.864,2, +0,41% del Ftse100 a 5.820,4 e +1,2% dello spagnolo Ibex a 10.349,7.
La Borsa di Milano ha chiuso in rialzo la prima seduta della settimana, recuperando nel pomeriggio dopo le vendite che avevano caratterizzato le prime battute. A sostenere il listino la crescita oltre le attese delle vendite al dettaglio statunitensi, salite dell’1,2% nel mese di ottobre. L’attenzione degli investitori si è spostata di nuovo sulle delicate finanze dei Paesi periferici dell’Eurozona, in particolare dell’Irlanda. Il governo di Dublino ha smentito più volte di aver richiesto un aiuto finanziario, ma i numeri della “verde isola” spaventano i mercati: 50 miliardi di euro impiegati per salvare le banche che faranno schizzare quest’anno il rapporto deficit/Pil al 32%, mentre il tasso di disoccupazione sfiora ormai il 14%. In questo quadro a Piazza Affari il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,78% a 20.993 punti, mentre il Ftse All Share è avanzato dello 0,78% a quota 21.597.
Sono così rimasti sotto osservazione i titoli bancari, quelli che più stanno risentendo delle tensioni sul debito irlandese, anche se, secondo gli operatori, l'esposizione delle banche italiane ai titoli di Dublino è molto limitata. Popolare di Milano ha ceduto l’1,47% a 3,017 euro, Banco Popolare il 3,48% a 3,53 euro (peggior titolo del Ftse Mib). L’istituto scaligero ha presentato venerdì a mercati chiusi i conti trimestrali. I primi nove mesi dell’anno si sono chiusi con un utile in crescita del 47,6% a 467 milioni, ma sull'istituto veronese hanno pesato alcune incertezze legate al piano di dismissioni e le prospettive ancora difficili per il 2011 che si accompagnano al periodo difficile per il titolo seguito all’annuncio dell’aumento di capitale da 2 miliardi.
I conti trimestrali hanno premiato, al contrario, Ubi Banca che ha guadagnato in Borsa lo 0,28% a 7,27 euro. Sabato, l'istituto ha diffuso i risultati del terzo trimestre che si sono chiusi con un utile di 95,7 milioni, in forte progresso rispetto ai 38,1 milioni dello stesso periodo dello scorso anno grazie ad alcune poste straordinarie. Nel trimestre, sono tornati a crescere anche il margine di interesse (+5% a 543,2 milioni) e le commissioni nette (da 264 a 319,3 milioni). Le aspettative restano positive anche per l'ultima parte dell'anno e la banca ha lasciato intravedere la possibilità di un dividendo. In positivo anche Intesa SanPaolo (+1,28% a 2,367 euro), Mediobanca (+0,67% a 7,46 euro), Unicredit (+0,52% a 1,74 euro) e Monte dei Paschi (+0,16% a 0,94 euro). Cambiando comparto, si è messa in evidenza Fiat con un balzo del 3% a 13,37 euro. L'Ad Sergio Marchionne ha convinto gli analisti durante l'incontro che si è tenuto venerdì per illustrare le strategie del Lingotto.
Marchionne ha ribadito che Fiat e Chrysler produrranno nel complesso 34 nuovi modelli entro il 2014, di cui 13 nell’area Nafta, e che l’integrazione con il costruttore Usa consentirà di raggiungere i 6 milioni di vetture prodotte entro il 2014. Ma sono le operazioni straordinarie in arrivo ad avere conquistato il mercato: Marchionne ha lasciato intendere che potrebbe arrivare la quotazione della Ferrari e la vendita di Magneti Marelli. Oggi dalle banche d’affari sono arrivate una serie di promozioni sul titolo. Rbs ha alzato il prezzo obiettivo da 13 a 15 euro con giudizio confermato a buy. Morgan Stanley, che sul titolo ha un giudizio overweight con prezzo obiettivo a 17 euro, ha inserito il titolo nella sua lista "best ideas". Debole invece il comparto delle costruzioni dove Buzzi Unicem è arretrata dello 0,64% a 7,75 euro e Impregilo dell’1,04% a 2,13 euro. Nella galassia Ligresti, Fonsai ha guadagnato l’1,72% a 6,81 euro, mentre sono proseguite le trattative per definire il consorzio per l'aumento di capitale finalizzato all'ingresso di Groupama.
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