È stata una settimana confusa sui mercati finanziari, dominati da varie incertezze. In Europa gli operatori hanno seguito con timore la complessa elaborazione del piano di aiuti all'Irlanda che fino all’ultimo ha tentato in tutti i modi di convincere l’UE a non aver bisogno del piano di aiuti a sostegno della crisi che ha colpito principalmente le banche irlandesi e che si sta ripercuotendo sulla fragile situazione debitoria dell’isola. Tuttavia sul finire di settimana il governo irlandese ha accettato la richiesta d’aiuto avanzata dagli stati europei dopo le numerose pressioni ricevute negli ultimi giorni. Un pacchetto da decine di miliardi di euro sarà ufficialmente richiesto dal governo di Brian Cowen a conferma, tardiva, dell'anticipazione del governatore Parick Honohan nei giorni scorsi. Lo ha detto il responsabile delle Finanze in un'intervista poco prima di entrare in conclave con gli altri ministri per mettere a punto la manovra correttiva per il prossimo quadriennio. Secondo fonti europee, citate dalle agenzie, i ministri europei delle Finanze si sono detti d'accordo ad aiutare il paese. L'esecutivo irlandese discute in queste ore di una manovra da 15 miliardi di sterline, che presenterà quest’oggi, ai tecnici di Fondo e Unione. Una mossa attesa, che sarà la base del budget del 7 dicembre, e che agirà sia sul fronte dei tagli alla spesa pubblica che su quello delle imposte. Brian Lenihan ha fatto sapere che sarà sotto i 100 miliardi di euro. Quindi l’idea potrebbe essere di un pacchetto destinato solo al salvataggio delle banche, che rappresenta la vera ragione della crisi di Dublino; o uno globale, diretto anche al recupero della finanza pubblica. Nel primo caso si parla di 40-45 miliardi di euro, nel secondo di circa il doppio. Le preoccupazioni principali per i membri UE è che il tema va oltre le sorti di Dublino perché coinvolge i destini stessi dell'euro, e l’eventuale rischio-contagio che misure insufficienti potrebbero scatenare sulle economie degli altri paesi periferici, primi fra tutti Spagna e Portogallo. Tutto ciò ha scatenato in primis un panic selling che ha colpito nella prima parte della scorsa settimana , l’Euro ritornato a toccare quota 1.3445 per poi rimbalzare sulle prime voci di una risoluzione della crisi irlandese. Da notare sui mercati anche il persistente calo dello Yen.
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